Stamattina ero sull’argine a controllare la piena. La tacca segnava i sette metri passati; pensare a quella tacca, che di solito va fin quasi a giù, ai sette metri passati è stato come vedere il glicogeno oltre i 200, il colesterolo LDL alto, altro.
A un tratto mi si è avvicinato un tizio. Le gambe gli apparivano dalla nebbietta leggera; aveva un cappello calcato in testa, deforme, e una giacca a vento poco adatta per l’aria umida e gelata del mattino.
Si guardava intorno nervoso. Negli intorni, uomini in divisa arancio parlavano a radio strette nella destra, camminavano lasciando orme pese nel terreno, si confrontavano; bevevano tè caldo da bicchieri di plastica che scottavano loro le dita.
Il tizio ha allungato il collo, come se avesse visto qualcosa.
“Ha bisogno?” gli ho detto. La voce, nella nebbietta, si è quasi persa.
“No… Sì. È un problema”.
“Ci sono quelli della Protezione Civile”.
“Non è che… Me lo dice se vede un corpo?”.
“Un corpo?”. Per istinto ho guardato intorno a me. Non ho visto scarponi affiorare dall’acqua. Grazie a Dio.
“Sì. È che…”.
“Ha avvisato la Protezione Civile?”.
“No. Solo che sono preoccupato”.
“Cos’è successo?”.
“Guardi quel ramo là”.
“Quale?”.
“Là. È un ramo o un corpo?”.
“È un… Aspetti. Quello su cui c’è il coso, l’uccellino?”.
“È un uccellino?”.
“Sì. Ecco: ha visto?”.
“Ah. Sì. No, no: è un ramo”.
“Ma chi ha perso?”.
“Io. Sono tre giorni che non torno a casa. Comincio a essere preoccupato”.
“Cosa la preoccupa?”.
“Mi ricordo che ero venuto a vedere le acque. Poi non sono più tornato a casa”.
“Hanno reclamato la sua scomparsa?”.
“No. Sono solo”.
“E ha informato qualcuno che era scomparso?”.
“Guardi. Prima, volevo controllare se tornavo. Ora sono venuto a vedere se per caso mi trovo”.
“È un casino, con tutte queste acque”.
“Sì. A quest’ora potrei essere già a Guastalla”.
“Se le va bene”.
“Se mi va bene”.
E ci siamo messi a camminare piano sulle strade dell’argine, additando il segno scuro dell’acqua sulle piante o sobbalzando ai rami che emergevano improvvisi; l’abbiamo cercato a lungo, ma non c’è stato nulla da fare.