Questo mestiere, tra tutti quelli che abbiamo rinvenuto, è di sicuro il più misterioso. Ciò sia perché è sicuro che si trattasse di un mestiere (abbiamo rinvenuto una fattura di versamento con l’intestazione cancellata; ma la dicitura “Alarme de(s)activé” comprova l’effettivo impegno); sia perché pare sia durato un solo anno, e precisamente il 1977, e abbia coinvolto un solo paese, Neuchâtel in Svizzera Romanda. Una successiva comparsa, che è quella di cui ci occuperemo, pare avvenuta in Italia, e precisamente nel luglio 1982, durante i Mondiali di Calcio spagnoli; qui non abbiamo fatture, causa mali costumi italici, ma un pezzo di carta con la scritta “Sveglia stutata: lire 150”, con firma ininterpretabile e un appunto sul retro fatto con inchiostro differente, verosimilmente a penna Bic, che dice “Chiamare Capone 081/[numero inintelleggibile])..
Lo spegnitore di sveglie, da quanto ci è stato dato capire, era una persona male in arnese (solitamente: un barbone, ma non: un vagabondo) cui venivano date in custodia le chiavi di casa di quartieri parecchio malfamati in cui la criminalità era nulla essendo, di fatto, quei quartieri esportatori e non importatori di crimine. Le poche persone non impiegate in malversazioni puntavano la sveglia a orari di solito molto scomodi, vuoi per evitare di incorrere in problemi di natura criminale, vuoi per evitare il traffico di rientro dalla notte; questa sveglia diventava quindi nemica dei loro sonni e, spesso, foriera di cattive giornate.
Lo Spegnitore di sveglie si appostava nei vicoli, la sera, e guardava in faccia le persone; se vedeva visi molto stanchi si intrufolava di notte nella casa interessata, si appressava al giaciglio e staccava, appunto, la sveglia. Poi passava in frigo a ritirare il pacchettino che l’utente aveva apprestato, detto “le cadeau” in Svizzera e “‘o caddò” a Napoli per evidente derivazione fonetica. I meno accorti dei nostri lettori si potrebbero chiedere perché le persone che apprestavano il caddò non spegnessero per proprio conto la sveglia, risparmiando pacchetto e monetine; mostrerebbero però in tal modo di conoscere poco la psicologia umana, poco incline alla accondiscendenza personale, e quella sociale delle zone disagiate, attenta a tessere una rete di mutuo aiuto.
Lo spegnitore di sveglie più famoso non ha nome, come abbiamo detto poc’anzi, ma un soprannome, Cesaré. Pare fosse romano dei Castelli ma operante in Napoli, basso, male in arnese; qualcuno lo ricorda zoppicante alla gamba destra e con la mano sinistra su un dente, forse per un ascesso, motivo per cui lo ricordano come Cesaré ‘o Coppertone (si guardi la pubblicità Coppertone per intendere il motivo). Pare sia passato alla storia per aver spento tutte le spegne di Forcella, di via Mezzocannone e quelle dei quartieri spagnoli la notte dell’11 luglio 1982, tra la finale mondiale e il risveglio. Tutte le persone si levarono in ritardo, il mattino successivo, e tardi arrivarono al lavoro; ma nessuno se ne accorse, o, qualora se ne fosse accorto, ebbe mai a dir male.
