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PENELOPE STORY LAB
Scuola di scrittura

Nasce il Penelope Story Lab.

La scuola di scrittura ha finalmente il suo nome.

Per lungo tempo ho dovuto chiamarla Scuola di scrittura Ivano Porpora, essendo io il docente unico – e dovendo quindi consegnare un’identità alla scuola. Ma ogni volta mi sembrava un’appropriazione indebita: mi suonava stonato chiamare col mio nome qualcosa che io avrei dovuto coordinare, gestire e del quale di sicuro avrei dovuto essere il creatore di un metodo e un insegnante, ma non l’unico.
Ora, con l’inserimento di nuovi docenti – che presto presenterò qui, uno a uno -, la scuola ha smesso di essere solo mia e solo di scrittura, diventando, di fatto, un’organizzazione che ruota intorno alla creazione di storie.
Quale nome migliore che quello di Penelope Story Lab?

Lo spiego in tre punti.
Il primo è che Penelope è un personaggio intorno al quale ruota tutta l’Odissea. Mentre Ulisse articola la sua storia sul tema del ritorno, lei fa e disfa, incessantemente; di giorno crea sul suo telaio, di notte disfa. Le potremmo chiamare cronache dell’assedio: il mondo si muove, anche entrando in casa sua; lei di giorno vista fa, di notte non vista scompone, riportando alla materia prima.
È Il lavoro del narratore.

Il secondo motivo è che Penelope è un personaggio femminile. Ci piace che sia lei ad aiutarci ad articolare il nostro pensiero.

Infine, il terzo motivo è quello dell’ospitalità. Nell’Odissea, quando uno straniero giunge in visita, l’ospitalità è un obbligo fondamentale, che ogni individuo deve rispettare e assolvere. Per questo, pur nel palazzo invaso dai Proci, è considerata un vero e proprio rito ed è regolata da norme precise. Il padrone di casa, dopo aver accolto il forestiero, gli consente di ripulirsi e lo invita a banchetto, cedendogli la propria porzione di cibo. Solo dopo che si è ristorato, lo interroga per conoscerne nome e storia.

Questo è l’obiettivo del Penelope Story Lab, aperto ad altre culture e altre formazioni; e questo lo standard minimo richiesto ai nostri docenti. Prima inviteremo l’ospite a lavarsi, bere e mangiare; poi gli chiederemo nome e storia.
Ricordatevi il nostro motto: Noi si vince perché si perde tantissimo. Solo considerandoci tutti stranieri, e tutti in qualche modo pronti all’accoglienza e atti all’accoglienza, creeremo storie di altissimo livello.

Intanto, benvenuti.

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