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PENELOPE STORY LAB
Scuola di scrittura

[Non i soliti film]. 13 assassini.

[Non i soliti film]. 13 assassini.

locandina

La settimana scorsa ci ha deliziato con 7 psicopatici; ora continua con questo titolo la rubrica “Non i soliti film”, tenuta dal nostro insegnante Diego Cajelli, scrittore, sceneggiatore e insegnante di scrittura.

13 assassini

Genere: Giapponesi in costume tradizionale che si fanno a fettine.

Anno: 2010

Regia: Takashi Miike.

Con: Kōji Yakusho,Takayuki Yamada, Yusuke Iseya: Koyata, Gorō Inagaki.

Durata: 2h 12min

Piattaforma: Amazon Prime Video, Mubi.

Il Jidai Geki è un genere narrativo molto formalizzato e con caratteristiche davvero precise, le illustra nel dettaglio Akira Kurosawa nell’incipit de I sette Samurai.

Del resto, se non fosse “molto formalizzato e con caratteristiche davvero precise” non sarebbe un genere giapponese.

Le storie sono ambientate tra l’era Sengoku e il periodo Tokugawa, raccontano le avventure, reali o di fantasia, dei vari personaggi che vivevano in quell’epoca.

Sono dei drammi storici in costume dove il protagonista per eccellenza è lui, il Samurai. Che sia al servizio di uno Shogun o sia un Ronin senza padrone non importa, che sia in auge o decaduto, valoroso o cialtrone, giovane o anziano, con elementi sovrannaturali o meno, l’importante è che il Samurai e la sua Katana siano l’asse portante di tutta la narrazione.

Un genere che si esprime nel cinema, nei manga, negli anime e nelle serie televisive, passando spesso da un media all’altro, come nel caso di Itto Ogami di Lone Wolf and Cub. Il Jidai Geki è un pochettino più realistico del simile Wuxiapian cinese, ma si tratta sempre di gente in costume che si prende a spadate, con la fuoriuscita una variabile quantità sangue come effetto collaterale. Gli elementi fantasy tipici del Wixiapian possono essere più o meno presenti, nella tradizione giapponese non vengono usati spesso. Quella che viene usata spesso invece è lei, la Katana.

Se togli l’ambientazione storica codificata ottieni il sottogenere Chambara.

La spada è davvero il fulcro di tutto, ma come diceva Thulsa Doom in Conan il Barbaro: “Cos’è l’acciaio a paragone della mano che lo brandisce?

13 assassini

Quella mano qui è guidata dal Bushido, la via morale del guerriero Samurai, e come si legge, è una via che porta alla morte in modo ineluttabile. Onore, morte, acciaio e battaglie, sono gli ingredienti della narrazione epica per eccellenza.

In 13 Assassini, il regista costruisce un grande romanzo corale, denso, magnifico nella sua solenne lirica della battaglia finale. Inquadrature e scene spettacolari, un ottimo esempio di cinema visivo anche per i non amanti del genere. Il suo sguardo verso gli eventi è consapevole e preparato, come il destino dei Samurai di cui racconta le gesta.

Una lama che luccica, un duello, il vento che soffia tra i fiori di ciliegio, onore, morte.

Elementi non sono visivi e non soltanto narrativi, ma vere e proprie istanze archetipali che ormai appartengono a tutto l’immaginario collettivo.

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