L’altro giorno, per dire, avevo voglia di fragole.
Mi sono svegliato con questa incredibile voglia di fragole, di notte mi dà fastidio alzarmi, anche per pisciare, magari mi sveglio in questa mia piccola casa di Milano aggettata su un cortile e sento che mi scappa ma resto lì sulla destra del letto guardando dal basso e penso: Proviamo a riaddormentarci, e niente, alla fine mi devo alzare e vado a pisciare tutto indispettito.
Ma l’altra sera questa voglia era davvero troppo forte, e allora mi sono alzato, indispettito, e sono andato al frigo per vedere se per caso ne avessi. Non mi ricordavo, perché l’ultima volta che ho fatto la spesa è stato tre settimane fa, no, due, due settimane fa ho preso il petto di pollo; e effettivamente c’erano, primo scomparto – spesa di tre settimane fa -, e nel secondo il petto di pollo.
Non sembravano avere un aspetto sanissimo, a meno che sul pollo non avessi inavvertitamente rovesciato salsa verde e sulle fragole panna; anche perché non ricordo di aver comprato né salsa verde né panna; ma alla fine, ho pensato, il pollo si cuoce e così si uccidono i microbi, e quanto alle fragole, boh, son bio.
Mi sono messo a mangiarle al tavolino – non era panna, confermo -, tenendo aperto il frigo per la luce; e ho scoperto che là dentro, nascosta nella frutta, c’eri tu.Chissà quando scadi, ho pensato. Chissà quanti microbi hai addosso, e se basterà soffiarti sopra o se sarai da buttare. Sono tornato a letto, lasciandoti là, dove fingevi di non essere. Mi aspettava la mia parte, te la ricordi, è quella destra, guardando dal basso.
