Il confronto, di Claudia Anedda.
Il racconto Il confronto, di Claudia Anedda, è arrivato terzo al concorso Tracce, categoria A (under 20).

CLASSIFICA FINALE DELLA CATEGORIA A, CONCORSO TRACCE.
1. All'alba, di Gioele Tuveri (anni 13)
2. Se c'è posto tra le nuvole, di Maria Vittoria Soda (anni 19)
3. Il confronto, di Claudia Anedda (anni 18)
Mi avvicino alla linea rossa che è sempre stata la protagonista dei miei sogni. Passo dopo passo, mi inginocchio. Questa lunga e spezzata retta rossa che separa il nostro mondo da quello degli altri. Sollevo lo sguardo e vedo una nebbia fitta coprire il paesaggio verso cui mi è stato impedito di dirigermi. Mi rialzo e vengo spinta via dal vento che mi fa indietreggiare di un passo: sembra il guardiano del Confine.
Nessuno ha mai saputo chi si celasse dietro quei cespugli che si intravedono, né chi si nascondesse in quei fossati stretti e profondi. “Forse profughi” pensano tutti “oppure coloro che non sono stati ammessi nel nostro Paese”.
Siamo una Comunità molto grande che comprende miliardi di persone e non siamo capaci di accoglierne altre? Lo spazio si trova sempre, così come la generosità della gente che vi abita. L’acqua è una fonte inesauribile con il Sole e l’aria che ci accarezza. Non credo proprio esistano altri soli, altra acqua o altra aria.
Perché consideriamo le persone al di fuori del Confine come diverse? Non sono proprio come noi? Mio nonno raccontava che, durante il suo periodo scolastico, quel confine si riduceva ad una linea molto corta che si poteva oltrepassare facilmente. Non c’erano leggi che impedivano di curiosare in quel luogo misterioso, né nessuno aveva paura di nominare il Mondo Nascosto. Mio padre, invece, diceva che, man mano, la linea è cresciuta fino a coinvolgere tutta la nostra Comunità.
Ora mi guardo attorno e mi vedo sola nel grande prato luminoso ricco di rose e gigli. Ne annuso un po’, contenta che mi facciano compagnia, fino a quando non sento un movimento sospetto. Mi volto di scatto e, dalla parte opposta, noto una ragazza che mi sta fissando. Sono spaventata e quasi penso di iniziare a correre, ma la figura si muove con me. Mi avvicino, curiosa, e la visione mi sciocca. La giovane ha le stesse mie sembianze: il colore mulatto della pelle, gli occhi scuri, i capelli castani e il bianco sorriso. Alzo un braccio e lei con me. Sorrido e lei sorride. Mi abbasso e lei fa lo stesso. Sembra di muovermi davanti ad uno specchio, ma non comprendo inizialmente la particolarità di questo incontro: la ragazza si trova al di là del confine!
Chi potrebbe mai essere? E perché si comporta come me? Faccio per aprire bocca quando altre figure spuntano dai cespugli e si avvicinano alla ragazza. Sono senza parole. Il Confine è solo una menzogna? Cerco di ripescare qualsiasi ricordo delle conversazioni col nonno, ma se ne è andato da molti anni così come papà e non posso fare affidamento sulla mia memoria. Chi saranno queste figure?
Domando loro chi sono e perché si trovano al di là di questa linea rossa che ora mi sembra così affascinante. La ragazza decide di rispondermi:
“Siamo le altre parti di voi tutti che cercate di allontanarci. Siamo il vostro io nascosto che cercate di reprimere. Siamo il lato cattivo, secondo voi, del vostro essere. Siamo voi”.
Le sue parole mi atterriscono. Davvero noi siamo capaci di distaccarci da ciò che crediamo essere estraneo in noi?
Le dico che non ci credo, sicuramente c’è un’altra spiegazione e non questa “inutile sceneggiata”. I ragazzi non si arrabbiano, anzi mi sorridono. Non capisco ancora cosa ci sia da sorridere e rimango con la bocca aperta quando un’altra ragazza si presenta davanti a me con le sembianze di mia sorella. Tuttavia, questa figura è trasandata, fredda, con gli occhi cattivi e tristi. La mia gemella è, invece, perfetta: sempre pronta, sempre sorridente, sempre allegra. Allora davvero qui si trovano le altre parti di noi, quelle parti così opposte? Mi dicono che non sempre, qui, i ragazzi sono opposti rispetto alla realtà. A volte appaiono identici fisicamente, ma è caratterialmente che sono inconciliabili. “Prendiamo il tuo esempio. Hai visto come appari identica alla realtà fisicamente, ma la tua personalità è distante da ciò che credi il tuo essere” dice la mia ‘me’. “Molto tempo fa, l’umanità credeva che tutti fossero uguali e, nonostante le piccole diversità, si amavano e confortavano a vicenda. L’allegria era sovrana e tutti si accettavano così com’erano. Ovviamente, ognuno aveva la sua personalità molto variabile, ma non aveva limiti. Non c’era nessun tipo di confine. All’improvviso, però, un uomo ha deciso di vedersi diverso, speciale, più importante rispetto agli altri creando gerarchie. Nessuno si sarebbe mai aspettato che avesse molti seguaci, ma è stato così. Ha istituito un impero, che è, oggi, la vostra Comunità, e ha stabilito il Confine. Ha relegato, inizialmente, tutti coloro che non avevano seguito le sue decisioni e non approvavano le sue scelte, ma, poi, ha esteso l’area e ha obbligato tutti i suoi seguaci ad allontanare la parte ‘malata’ della loro anima. Questa si è riprodotta in quello che definite ‘Mondo Nascosto’ e, da allora, viviamo qui”. Il tono è diventato man mano minaccioso: “Ricordi le ore di allenamento mentale, verso i dodici anni, che ti hanno obbligato a fare una scelta? Le alternative che ti erano state proposte? Rammenti che quelle scelte riguardavano unicamente il tuo aspetto fisico e la tua personalità? E di aver scelto di essere sempre te stessa a qualunque costo, senza la possibilità di cambiare idea nel futuro? Ti rivedi nel momento in cui ti è stato imposto di scegliere di non essere mai più maleducata con chiunque incontrassi e di sottometterti a qualunque decisione venisse presa? Ricordi?”. Il mio alter ego continua ad urlare con occhi infuocati pregando che apra le mie labbra per rispondere di sì: certamente lo ricordo. Le altre figure si avvicinano e intravedo mia madre, le mie amiche, i miei vicini, i miei insegnanti e, anche, mio padre e mio nonno. Come è possibile che io veda i defunti? Mi dicono che tutti coloro che hanno avuto importanza in vita rimangono sempre nel Mondo Nascosto, nonostante noi, nella Comunità, cerchiamo di dimenticarli per poter andare avanti e vivere senza sentire la loro mancanza. Questo discorso non fa davvero una piega. Le lacrime scendono silenziose mentre osservo quelle persone che si abbracciano, finalmente liberi da quel peso che li aveva assillati fin dalla loro nascita. Incrocio le braccia al petto, ma non riesco a provare rabbia: la mia parte irosa, violenta, malinconica e ribelle non mi appartiene, è lì davanti a me che mi osserva. Capisco di aver vissuto, fino a quel momento, in una menzogna, di aver messo da parte il mio essere più bello, più forte e più coraggioso solo per essere assoggettata alla Comunità, solo per seguire le idee di un pazzo che non conoscerò mai ma che ha influenzato tutto il mio avvenire. Devo fare qualcosa per cambiare il modo di vedere la vita: tutti dobbiamo integrarci con il nostro io nascosto. Non dobbiamo scegliere chi essere per sempre perché la nostra anima ha mille sfaccettature che ci rendono unici e non dobbiamo privarcene. Siamo ciò che siamo e chi siamo e non dobbiamo arrenderci difronte alla nostra vera natura. Il Confine non deve esistere perché è proprio questo: un Confine che limita, ci confina e divide l’essenza di ognuno di noi.
Claudia Anedda