
- Mamma, cos'è quella cicatrice?
- Chiedilo a papà.
- Papà, cos'è quella cicatrice sul braccio di mamma?
- Una volta, mi salvò. Non sapevo nuotare. Ero a mollo vicino a una scogliera, mi allontanai, mamma prendeva il sole, s’accorse che annaspavo, si tuffò ma sbatté sullo scoglio. Se sono vivo e ci sei anche tu, amore, è merito suo.
Rosa sorride, accarezza la guancia di sua figlia.
Guarda Simone. Finge che le sia entrato qualcosa nell'occhio.
Sfiora la striscia callosa simile a un punto interrogativo.
Suo padre l’avrebbe scannata se sua madre non si fosse frapposta.
La sua colpa fu premere il telecomando durante la partita.
In ospedale dissero che era inciampata in cortile.
Durante l’antitetanica immaginò che le stessero iniettando il siero del coraggio. Il coraggio che trovò fuggendo da quella casa sette anni dopo, mentre piangeva di gioia e di paura.
Il coraggio, poi, di fidarsi di Simone.Bruno Pernice.
Lo shottino di Bruno Pernice ha vinto ex aequo la seconda settimana del concorso letterario Shottini grazie, soprattutto, alla rotondità della trama. Il testo è semplice, meno curato dal punto di vista della lingua rispetto al prossimo; ma forte dal punto di vista del pensiero. Gira intorno a una menzogna riparatrice; ecco che la cicatrice ha una doppia valenza, quella di ferire – la menzogna coperta – ma anche quella di salvare – la carne cucita. La cosa nì in questo testo è l’espressione “finge che le sia entrato qualcosa nell’occhio”. Qui, Bruno, ci devi qualcosa da bere.
Ma intanto, vai in balconata.
Elementi graditi alla giuria: come detto, la rotondità della trama, la presenza della trama, e il significato simbolico della cicatrice. Ci piace anche la chiusa; che dice qualcosa del rapporto, integrando e chiudendo tutto il racconto.
Elementi che no: Quella frase; e la fotografia – santo cielo, curiamo le immagini.
Questo shottino ha preso 63 apprezzamenti social e una votazione di 7,5.
Bruno Pernice è il secondo finalista.
Dice che sembra un albero.
"Ramifica come volesse dare frutto…”, dice.
Dice che il chirurgo sapeva fare il suo lavoro.
La tocca pianissimo.
“Sparirá?”, chiede lei e poi trema.
Quando lui va a lavorare, lei fa molta attenzione alla vetrina del salotto, allo specchio, alle pentole, allo schermo del televisore: lo tiene acceso, senza ascoltare niente. Vuole sentire solo lui.
“Come è?”, chiede a sera. E lui inizia.
Sono mesi che si ripete.
Dice che è una mappa.
Una città in espansione.
Descrive strade, vicoli, le piazze e i ponti.
Il fiume che ti scorre sulla guancia, dice.
Lei aspetta, assorbe le parole, piange sotto le sue dita. Si addormenta.
Il giorno dopo ricomincia tutto uguale.
Oggi dietro le fessure delle imposte il mandorlo é fiorito. Glielo dirà stasera, che non é scappata.
Dirà che ha aperto sul cortile. Ha respirato fondo, lasciando che la luce si allargasse sulla cicatrice.Giorgia Mosna.
Lo shottino di Giorgia Mosna ha vinto ex aequo la seconda settimana del concorso letterario Shottini grazie, soprattutto, alla potenza di idea e stile. Il testo è quasi antitetico rispetto a quello di Bruno: le parole sono pesate e violente, sono dolci pietre. Giorgia è cresciuta moltissimo, più in consapevolezza di voce – che è voce! – che altro; e questo si deve sentire ovunque. E si sente ovunque.
Giorgia, raggiungi Bruno e Maddalena in balconata.
Elementi graditi alla giuria: la potenza della parola ci ha tolto ogni dubbio. Da applausi anche la scelta dell’immagine, curata e pulita.
Elementi che no: Sostanzialmente niente. Ma un consiglio: ragiona su un’idea di trama. Chi ha stile, pensi alla trama; e viceversa.
Questo shottino ha preso 76 apprezzamenti social e una votazione di 7,5.
Giorgia Mosna è la terza finalista.