
La spina dorsale della mia città è un fiume che scorre delimitato da platani.
Ha gli argini così alti che lo si può guardare bene solo dai parapetti sontuosi, in lontananza, troppa per sentirlo presente e troppo poca per pensare di ignorarlo. Lo chiamavano biondo, i letterati, una volta era solcato da numerose barche. La mia città sente la mancanza della sua via d'acqua, si capisce dai battelli che da poco scivolano lungo il fiume, dalle coppie sempre più numerose che si danno appuntamento sull'Isola Tiberina. La mia città ha un'anima d'acqua e non se lo ricorda. Ha vasche marmoree, fontane meravigliose, nasoni di ghisa, l'acqua scorre ovunque. Ma l'acqua trasforma, ogni cosa, leviga le pietre, cambia colore ai corpi affogati, fa fiorire le oasi. L'acqua cambia le persone e noi siamo come gli abitanti di Atlantide che hanno perso la memoria, depositata sul fondo limaccioso del Tevere.Ilaria Serra
Lo shottino di Ilaria Serra ha vinto la quarta settimana del concorso letterario Shottini, un concorso che ha avuto, dobbiamo dirlo, una qualità media senza precedenti.
Pensavamo di mettervi in difficoltà con le descrizioni; e invece ci avete mostrato la dote più importante della descrizione: la storia, perché una descrizione fatta bene è essa stessa storia.
Ilaria si è trovata nella difficoltà di gestire una città molto scelta come Roma; ha scelto aggettivi impegnativi in un testo così breve (“sontuoso”, “meravigliose”), per dire; ma ha tenuto il tutto vivo, attivo, scorrevole.
Ci è piaciuto molto il “e non se lo ricorda”, che tiene vivo il rapporto con la terra, conflittuale; e questo, la presenza di conflitto, ha tolto il testo dalla cartolina e lo ha reso così vivido.
Brava, Ilaria.
Elementi graditi alla giuria: l’identificazione chiara della città, sia da elementi di toponomastica, sia da fattori meno noti all’esterno (i nasoni). Un piccolo elemento culturale (lo chiamavano “biondo”); lo sparare alto di Atlantide, che in realtà ha contraddistinto anche altre narrazioni, bravi tutti. Aggiungiamo: super il riferimento ai corpi affogati, godibilissimi alla lettura i cambi di soggetto, che instradano il ritmo.
Elementi che avremmo gradito di più: ha spinto con lo stile, e questo l’ha fatta vincere. Un po’ di spinta in più avrebbe rischiato di farla perdere; ma diamine, a volte val la pena, rischiare di perdere. (Un testo spinto nello stile è quello di Ludovica Cotta-Ramusino, andate a cercarlo).
Questo shottino ha preso 104 apprezzamenti social e una votazione di 8.
Ilaria Serra è la quinta finalista – al quarto concorso, la seconda settimana aveva visto due vincitori –, andandosi ad aggiungere a Maddalena Roncoletta, Bruno Pernice e Giorgia Mosna, Elena Agostini.